Aprire un bed and breakfast

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    Indice Articolo:
  1. Cosa è un bed and breakfast
  2. Cosa fare per aprire un bed and breakfast
  3. La legislazione nelle varie regioni
  4. In franchising
  5. In condominio
  6. All'estero
  7. Quanto costa aprire un bed and breakfast
  8. Quanto si guadagna
  9. Stabilire tariffe e fasce di prezzo
  10. Come rendere l'attivitĂ  redditizia

Aprire un Bed & Breakfast in un paese a sicura vocazione turistica come il nostro può essere un' attività sicuramente non noiosa e con un minimo di abilità e garbo anche non avara di soddisfazioni economiche. Gli investimenti iniziali non sono sicuramente proibitivi e potendo (data la particolare natura dell'impresa) organizzare ogni cosa in famiglia non si ha necessità di dipendenti ed i costi di gestione sono estremamente ridotti. Requisito fondamentale è disporre di camere aggiuntive in casa propria o di ulteriori appartamenti in cui ospitare i viaggiatori ed offrire loro oltre al posto letto anche la colazione. In Italia è un servizio non ancora diffusissimo per cui presenta ampi margini di sviluppo. A tutte queste considerazioni va aggiunto il non trascurabile particolare che l'ospitalità alberghiera in Italia non è sicuramente economica e fatte salve le dovute eccezioni non è di prima qualità. Non a casa, se in passato il Bed & Brekfast era una soluzione appannaggio dei soli turisti più giovani, oggi è diventata il punto di riferimento per intere famiglie del ceto medio e non solo.

Differenza tra Bed and breakfast e affittacamere.

Spesso si tende a confondere l’attività di b&b con quella di affittacamere. Ma quali sono le differenze? Il b&b è in un certo senso meno “formale”, non è necessaria l’apertura di partita Iva, né l’iscrizione alla Camera di Commercio, ma è previsto durante l’anno un periodo di interruzione dell’ attività per almeno 90 giorni, non necessariamente continuativi, e un numero di 3 stanze (per le quali è prevista una cubatura minima) e 6 posti letto da mettere a disposizione degli ospiti (gli ultimi due requisiti in realtà variano di regione in regione, per cui in un discorso generale non possiamo che fare una media dei parametri richiesti nelle varie regioni). L’affittacamere invece è un’attività imprenditoriale vera e propria, per cui necessita di partita IVA, però permette di mettere più stanze a disposizione degli ospiti e soprattutto di esercitare l’attività anche 12 mesi all’anno. Sta al gestore dell’attività decidere quale delle due soluzioni scegliere, calcolando costi e possibili guadagni di entrambi e scegliendo l’alternativa più conveniente.

Cosa fare per aprire un bed and breakfast.

Per l'apertura dell'attività l'unica formalità da espletare è la dichiarazione presso l'Ufficio del Turismo del Comune di residenza o, in alternativa, presso l’APT (Azienda Provinciale per il Turismo) competente.

Tale domanda deve necessariamente contenere:

Alla domanda vanno allegati ulteriori documenti che variano di regione in regione ma che in linea di massima comprendono:

L’Ufficio competente, esaminata la documentazione ed accertata la sussistenza dei requisiti, nel giro di 30gg circa provvederà a rilasciare l’autorizzazione per l’apertura del b&b.

Un ulteriore passo potrebbe essere quello di valutare l’opportunità di stipulare una polizza, non ancora obbligatoria, sulla responsabilità civile, per gli eventuali danni subiti dai clienti, oltre ad assicurare i rischi di incendio, allagamento, fumo, danni alle apparecchiature, ecc. Al riguardo, molte compagnie, tipo la Cattolica, propongono tariffe veramente convenienti

Durante l’attività sussiste l’obbligo di comunicare periodicamente i nominati degli ospiti alle forze dell’Ordine. Sarà necessario chiedere alla locale Questura come deve avvenire tale comunicazione: via fax, via mail, di persona e così via, dal momento che le modalità variano da Questura a Questura.ue

Cosa dice la legge.

Le leggi che regolano l'iter procedurale per l'apertura di Bed & Breakfast essendo di carattere regionale variano da luogo a luogo ma tutte fanno riferimento alla legge n.135 del 29 marzo 2001 che riforma la legislazione nazionale sul turismo.

In linea di massima, come già specificato, il B&B deve essere a conduzione familiare, chi intende aprire un B & B deve risiedere nell'appartamento in cui intende operare. Per motivi igienico sanitario si è tenuto ad offrire agli ospiti una colazione a base di cibi preconfezionati. Il numero di camere ed il numero di posti letto consentiti, come già detto, sono oggetto di normativa regionale (ad esempio: 3 stanze in Emilia contro le 5 in Sicilia). Alla regolamentazione regionale fanno capo le norme che stabiliscono la cubatura delle camere ed il numero di bagni messi a disposizione degli ospiti. Nel seguente elenco indichiamo tutte le eccezioni alla legge nazionale, specificando i diversi requisiti per ogni regione:

in Friuli. La legge regionale n. 17 del 5/7/99 prevede un massimo di tre camere e sei posti letto messi a disposizione degli ospiti, ma lascia liberi i diversi comuni della regione di abbassare il numero delle camere a due.

in Trentino. La legge regionale che regola l’attività di b&b è la n. 23 del 16/11/81, più volte modificata, che prevede un numero massimo di tre stanze messe a disposizione degli ospiti, e in più rende obbligatoria la pulizia quotidiana delle camere e la fornitura e il cambio della biancheria.

in Lombardia. La legge n. 15 del 16/07/07 stabilisce che ogni b&b metta a disposizione massimo tre camere, alle quali accedere senza passare per le camere da letto e i servizi dei proprietari; che la pulizia dei bagni venga effettuata quotidianamente; che il cambio di biancheria venga effettuato almeno tre volte alla settimana e comunque ad ogni cambio di ospite.

in Piemonte. L’art. 15 bis della legge n. 31 del 15/04/85 rende obbligatoria la pulizia quotidiana dei locali, e il cambio di biancheria almeno due volte a settimana; inoltre specifica l’arredamento necessario per ogni categoria di b&b, indicando ad esempio che in ogni camera ci devono essere almeno il letto e il comodino, ma che solo nei b&b più lussuosi si troverà la tv in camera.

in Veneto. La legge n. 33 del 4/11/02 non stabilisce un numero massimo di camere, tuttavia prevede la pulizia quotidiana dei locali e il cambio di biancheria almeno due volte la settimana e comunque al cambio dell’ospite; inoltre la legge n. 29 del 21/09/07 rende obbligatorio per i b&b con partita IVA un corso di formazione per la somministrazione degli alimenti, mentre per i b&b senza partita IVA gli alimenti somministrati devono essere preconfezionati.

in Liguria. La legge n. 2 del 7/2/08 regola l’attività dei b&b liguri mantenendosi molto vaga, infatti specifica soltanto il numero massimo di tre camere e la conduzione dell’attività a livello familiare.

in Emilia Romagna. La legge n. 16 del 2004 prevede che i b&b emiliani e romagnoli mettano a disposizione degli ospiti non più di tre camere per un massimo di sei posti letto, più un letto eventuale per i minori di 12 anni; l’esercizio di attività durante l’anno non deve superare i 120 giorni o comunque i 500 pernottamenti.

in Toscana. La legge n. 42 del 23/03/2000, che più che al b&b si riferisce agli affittacamere, afferma che non si possono gestire più di sei camere per un totale di dodici posti letto, e che la colazione offerta agli ospiti può anche essere acquistata presso gli artigiani locali (es. panifici) ma nel caso in cui essa sia preparata dal gestore ci sono dei requisiti da possedere: un frigorifero, una lavastoviglie, un lavello a pedale in cucina e il tesserino sanitario; il possesso di tali requisiti è verificato dalle ASL competenti nel momento in cui giunge la richiesta di apertura del b&b.

in Lazio. Il Regolamento Regionale n. 16 del 24/10/08 prevede tra le altre cose che i b&b possano restare chiusi solo 30 giorni l’anno anziché 60, ma solo nelle località sprovviste di altre strutture ricettive; per il resto, si limita a specificare il numero massimo di tre stanze disponibili e conferma tutto quanto già definito dalla legge nazionale.

nelle Marche. La legge n. 9 dell’11/7/06 si limita a confermare quanto previsto dalla norma nazionale, quindi la conduzione del b&b a livello familiare e il numero massimo di tre camere per sei posti letto; tuttavia specifica che la colazione può anche non essere preconfezionata, anzi, in misura fino al 70% può essere composta da prodotti tipici della zona o preparata in casa nel rispetto di tutte le norme igienico- sanitarie.

nel Molise. La legge n. 13 del 12/7/02 impone l’obbligo della conduzione familiare dell’attività di b&b, il numero di camere non superiore a tre per sei posti letto complessivi, e l’obbligo di residenza del gestore nello stesso edificio in cui si svolge l’attività; inoltre specifica che il gestore a colazione ha la possibilità di offrire sia cibi preconfezionati che cibi preparati in casa, ma in quest’ultimo caso è necessario specificare l’elenco degli ingredienti.

in Umbria. La legge n. 18 del 27/12/06 regola in maniera molto dettagliata l’attività dei b&b regionali, in quanto specifica il numero delle stanze, massimo tre, per un totale di otto posti letto tra cui due per bambini al di sotto dei 12 anni; il divieto di inserire più di tre letti nella stessa camera; il divieto di accettare gli stessi ospiti per più di 30 giorni consecutivi; infine specifica l’arredamento di ogni camera, quindi letto, comodino, specchio, presa di corrente e così via.

in Campania. La legge n. 5 del 10/05/01 specifica l’ampiezza delle stanze, che deve corrispondere a 9mq per un posto letto, 12mq per due posti letto, 18mq per tre posti letto e 24mq per quattro posti letto; per il resto, specifica che la pulizia dei locali deve essere quotidiana e che il cambio di biancheria deve avvenire almeno due volte la settimana o comunque al cambio del cliente.

in Puglia. La legge regionale n. 17 del 24/07/01 stabilisce, tra le altre cose, che il numero di camere messe a disposizione degli ospiti possono arrivare a sei, con un massimo di dieci posti letto.

in Basilicata. La legge n. 8 del 4/6/08 afferma che possono essere messe a disposizione fino a sei camere per un totale di dodici posti letto; inoltre afferma che il bagno ad uso dei clienti deve essere separato da quello dei proprietari.

in Sardegna. In Sardegna, come in Toscana, la legge, che è la n. 27 del 12/08/98 non usa mai il termine b&b, ma si riferisce solo agli affittacamere; stabilisce che il numero massimo di camere deve essere di sei, ma non considera i posti letto, e decreta che la pulizia dei locali deve essere quotidiana ma il riordino delle camere avviene come servizio extra qualora richiesto dal cliente.

in Sicilia. La legge regionale n. 32 del 23/12/2000 afferma che in Sicilia il numero massimo di camere in un b&b può arrivare a cinque, per un totale di venti posti letto; inoltre la Sicilia prevede dei finanziamenti, una sorta di rimborso spese, a chi effettua l’attività di gestore di b&b, provvedendo a fornirgli una somma di denaro se ha avuto almeno 50 presenze durante l’anno, se opera da almeno 5 anni e se ha assicurato la propria attività.

Aprire un bed and breakfast in franchising.

Aprire un b&b in franchising in Italia è possibile, ma ancora non è una via molto seguita. Infatti a differenza degli alberghi, i b&b sono più intimi e caratteristici, qualità che invece si perdono nel momento in cui si apre un franchising; appartenendo a un franchising, il b&b finisce per somigliare molto di più ad un ambiente più formale, in cui i turisti potrebbero non sentirsi a proprio agio. Inoltre spesso aprire un semplice b&b nella propria regione è già un po’ come appartenere a un franchising, in quanto molte regioni obbligano i gestori del b&b ad assumere un identico logo, specifico per tutta la regione, seppure ognuno può scegliere la propria denominazione.

Aprire il B&B in un condominio.

Sembrerà strano ma è possibile aprire un’attività di b&b anche all’interno di un condominio! Lo ha stabilito la Corte di Cassazione in seguito ad una causa intrapresa da una signora che volendo aprire tale attività nel suo condominio di appartenenza ha incontrato l’opposizione di tutti gli inquilini del palazzo. In realtà il giudice ha stabilito che la volontà degli altri condomini non può vincolare il singolo inquilino che intende aprire un’attività di b&b, a meno che tale divieto non sia specificato nello statuto del palazzo.

Bed and breakfast all'estero.

Un b&b all’estero è un’attività sicuramente molto redditizia, ma che prevede un alto investimento iniziale, a meno che non si possegga già una residenza nel locale che si vuole adibire ad attività ricettiva. E’ impossibile fare un discorso generico sull’apertura di un b&b all’estero, in quanto ogni Stato ha le sue norme che regolano le attività legate al turismo, per cui bisogna studiare in particolare le leggi delle località interessata. In ogni caso, nello scegliere il paese in cui aprire la propria attività si onsiglia di dare un’occhiata all’andamento del turismo nel paese in questione, e soprattutto di consultare le statistiche per capire se l’attività di b&b è già diffusa sul posto e che riscontro ha; se si vuole andare sul sicuro, scegliendo un paese più caldo e soleggiato come la Grecia sarà molto difficile che l’attività non vada in porto.

Quanto costa aprire un bed and breakfast?

I costi iniziali di apertura di un b&b dipendono dalle condizioni in cui si trova l’alloggio da trasformare in attività ricettiva: bisogna effettuare tutti i lavori affinché esso risulti a norma di legge, e bisogna trasformarlo soprattutto in una struttura accogliente in cui gli ospiti possano sentirsi come a casa propria, acquistando la biancheria che manca e dotandolo di arredi e corredi. Se già l’edificio è pronto e non necessita di ulteriori sistemazioni, l’unico costo da pagare sarà quello della marca da bollo da allegare alla denuncia di inizio attività, pari a circa 15€.

I guadagni di un bed and breakfast.

I guadagni di un b&b dipendono molto dall’investimento iniziale: spesso più si investe, più i locali risultano accoglienti, maggiore riscontro si avrà tra i clienti, con la conseguenza che essi saranno spinti a tornare nuovamente nello stesso posto. Tuttavia c’è da considerare che più si investe, più tardi si inizierà a guadagnare, in quanto i primi guadagni andranno a compensare il denaro speso all’inizio. Inoltre molto dipende dall’andamento del flusso turistico della zona in questione: un b&b in una località che ogni anno registra il tutto esaurito guadagnerà sicuramente di più di uno in una zona meno frequentata; in ogni caso il b&b prevede un periodo di chiusura l’anno, quindi è bene calcolare che per 1-3 mesi l’attività resterà ferma: i guadagni di tutto l’anno dovranno andare a compensare anche questo periodo di inattività. Per farsi un’idea del guadagno annuo si può tenere in considerazione una tariffa media di 30-35€ a notte, e moltiplicarla per i giorni in cui si prevede di restare aperti.

Come stabilire le fasce di prezzo da applicare?

Stabilire le fasce di prezzo da applicare ad un b&b non è così complicato come può sembrare: basta dare un’occhiata ai prezzi che ci sono in giro, per essere il più possibile concorrenziali, e tenere in considerazione quanto si è investito nella realizzazione della struttura e il livello dei servizi offerti, perché ovviamente migliore è la qualità del b&b più alta sarà la tariffa da applicare. Tuttavia spesso i b&b ricevono già alla loro apertura una classificazione, che va da 1 a 4, dove alla categoria 4 appartengono i b&b più lussuosi e alla 1 invece quelli più semplici e con meno comfort; in tal caso i prezzi dovranno essere adeguati agli standard di categoria, che variano di località in località.

Come rendere l’attività il più possibile redditizia?

Affinché un b&b diventi un’attività redditizia è necessario renderlo il più possibile confortevole e tipico della località in cui è situato. Bisogna saper instaurare un ottimo rapporto con i clienti e farli innamorare della zona che stanno visitando, in modo da spingerli a tornare.

Scegliere uno stile: lo stile di un b&b è fondamentale in quanto è quello che contribuisce a rendere i locali il più possibile interessanti e originali. E’ bene scegliere uno stile non troppo particolare, che possa piacere a tutti: ad esempio un b&b in stile barocco, con tanti tappeti e quadri alle pareti difficilmente sarà scelto da una coppia giovane che va in cerca di ambienti più moderni. Molti b&b di solito differenziano le stanze attribuendo a ciascuna una particolarità e un nome specifico: ad esempio si può scegliere di dipingere tutte le pareti di blu e dare ad ogni stanza il nome di una costellazione diversa.

Il valore della colazione: la prima colazione è il momento fondamentale per creare un buon rapporto con i clienti; si può scegliere se portarla in camera oppure se adibirvi una piccola stanza della casa; si possono offrire specialità locali, laddove la legge lo consenta, oppure prodotti confezionati; questo è anche il momento in cui probabilmente i clienti avranno bisogno di indicazioni su cosa fare e cosa vedere durante la giornata, quindi l’idea in più potrebbe essere quella di stampare delle mappe con evidenziate le località di interesse turistico e offrirle ai clienti durante la colazione, indicando anche i luoghi più tipici dove andare a mangiare.

Fidelizzare la clientela: molti b&b effettuano delle tariffe particolari a coloro che tornano per la seconda volta, o in periodi particolari dell’anno; altri hanno delle convenzioni con i principali ristoranti della zona; altri ancora propongono un metodo di prenotazione via internet che permette di scegliere la camera preferita per il pernottamento: sono tutte strategie molto utili per fidelizzare la clientela, per far sì che essa non si limiti a un breve soggiorno ma senta la voglia di approfondire la conoscenza del posto e il rapporto con i proprietari.

Dall’accoglienza alla partenza: è bene seguire gli ospiti dal loro arrivo sino alla loro partenza, per far sì che durante il loro soggiorno non siano sprovvisti di nulla; bisogna decidere se lasciare o meno le chiavi agli ospiti, se stabilire degli orari di reception o se restare tutto il giorno disponibili, se effettuare il check-in soltanto in determinate ore o se effettuarlo in qualunque momento arrivi il cliente, e poi, come già detto, non devono mancare le informazioni sulle località più belle della zona e gli incentivi a tornare una seconda volta.

Come farsi conoscere dai clienti: ogni b&b che si rispetti ha un buon sito internet in cui sono specificati tutti i contatti del gestore, e dove spesso sono postate le foto delle camere, e talvolta una breve descrizione dell’ambiente in generale. E’ importante poi cercare di fare inserire la propria struttura nei portali dedicati all’hospitality, molti accettano segnalazioni, sui siti dedicati al turismo in quella zona. Il punto cruciale comunque rimane sempre offrire servizi di qualità, i clienti soddisfatti sono la miglior forma di pubblicità possibile e grazie ad internet il passaparola può essere davvero veloce ed efficace. I contatti sul sito vanno integrati anche con numero di telefono, fisso e mobile, indirizzo mail e naturalmente indirizzo della struttura. Inserire sul sito la via in cui il b&b è situato è più che sufficiente, dal momento che oggigiorno quasi tutti posseggono un navigatore satellitare, tuttavia si può scegliere di inserirvi una mappa della zona, o mettere delle indicazioni ai bivi principali che portano al posto.

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