Aprire un ristorante

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Aprire un ristorante può essere l'occasione per intraprendere un buon affare ma anche una scelta culturale. L'affermazione può sembrare un paradosso ma a ben rifletterci sicuramente non è così. Basti pensare che il 27 gennaio 2008 l'autorevole quotidiano inglese "The Guardian" ha introdotto nella lista delle 50 persone che potrebbero salvare il pianeta l'italiano Carlo Petrini fondatore e presidente di "Slow Food". Da tener presente che la detta lista comprendeva: premi Nobel, scienziati, ecologisti e personalità politiche ed economiche di primo piano. Tutto ciò per sottolineare come da sempre il buon cibo ed il buon bere sono stati intimamente legati alla cultura anzi in qualche maniera fanno parte della cultura stessa di un popolo. Questo preambolo per chiarire che prima di avventurarsi nel mondo della ristorazione bisogna certamente fare una profonda riflessione sulle questioni economiche ed organizzative (come scelta del locale, della sua posizione, degli arredi, del personale etc.) ma anche sul tipo di cucina e quindi sul messaggio che si vuol trasmettere ai futuri clienti e perciò sulla scelta della categoria con cui si vuole interloquire. Ciò detto prendiamo in considerazione gli adempimenti burocratici e pratici necessari per l'apertura dell'esercizio.Fino al 4 luglio 2006 per iniziare una attività di ristorazione era necessario essere iscritti al REC presso la locale Camera di Commercio. Oggi invece occorrono fondamentalmente due tipi di autorizzazioni: una sanitaria ed una comunale. L'autorizzazione sanitaria viene rilasciata dalla ASL di pertinenza dopo aver sottoposto il locale alle dovute verifiche igenico sanitarie. L'autorizzazione comunale viene rilasciata ovviamente dal Comune di appartenenza previa richiesta in cui il titolare dell'esercizio comunica di essere in possesso dei requisiti di legge. Requisiti che sono: - Avere la maggior età. - Aver assolto gli obblighi scolastici. - Essere in possesso di un diploma di scuola alberghiera. In alternativa di un attestato di un corso professionale per la somministrazione di alimenti o ancora l'attestato di idoneità rilasciato dalla Camera di Commercio dopo il superamento dell'esame o ancora l'attestato di essere stato alle dipendenze di un ristorante come addetto per la somministrazione di alimenti e bevande. E importante notare che molti comuni hanno dei piani commerciali per cui bisogna informarsi se esistono prescrizioni di distanze minime tra i vari esercizi.

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