Come educare un gatto

Articolo realizzato dalla redazione
Informazioni sulla redazione

In questa guida vedremo come educare un gatto nel modo migliore. L’educazione del gatto può apparire difficile se non impossibile, visto il loro carattere molto forte e deciso. Non bisogna però per questo abbandonare l’idea che il gatto possa essere educato perché con l’approccio giusto sarà un ottimo amico.

Introduzione:

il gatto, animale apparentemente freddo ed indipendente, è in realtà un animale tenero che sa ricambiare il padrone con affetto purché ne riceva, c’è quindi a differenza del rapporto con i cani, un reale gioco di scambio. È proprio in funzione di esso che il gatto è capace di obbedire se si ha la pazienza di insegnargli senza l’uso della forza e degli strilli, assolutamente inutili e deleteri. Per educare i gatti bisognerebbe osservare un po’ le loro mamme, che usano con i piccoli una comunicazione decisa ma affettuosa, quindi se si usa il modo giusto il gatto può essere assolutamente educato ad una convivenza domestica piacevole e piena di coccole.

Quando adottarlo:

l’educazione primaria al gatto viene impartita dalla mamma fin da quando nasce, lei è infatti in grado di insegnargli alcuni comportamenti che sono fondamentali anche nella vita futura in rapporto agli esseri umani. Tra questi per esempio sono: il reperimento del cibo, anche se in funzione della vita domestica a questo provvederà il padrone, in realtà il gatto è un animale che si può educare anche a stare solo qualche giorno visto che perfettamente in grado di razionalizzare la quantità di cibo di cui ha bisogno quotidianamente; giocare con gli altri senza far male con le unghie, infatti i cuccioli di gatto nascono sempre almeno in tre per cui quando giocano, la mamma insegna loro a non farsi male mentre lo fanno; calibrare la forza dei denti, i gatti cresciuti senza la mamma infatti tendono da adulti ad essere più mordaci poiché non sanno di fare male quando mordono. Altri comportamenti più istintivi ma altrettanto importanti sono: pulirsi, difendersi e limare le unghie. Ciò significa che è bene non prendere un gattino che non abbia vissuto almeno 2 mesi con la mamma, meglio ancora se 3, per evitare che non conosca ancora dei modi di fare che sono molto importanti per la sua vita futura.

La comunicazione:

il gatto con qualche mese di vita è proprio come un bambino, ha un carattere quasi già formato e si comporterà in funzione di esso per cui imparate da subito ad accettarlo senza volerlo cambiare a tutti i costi rischiando di compromettere il vostro rapporto. Fin da piccolo il gatto impara a seguire la voce, pertanto cercate di utilizzare con lui un particolare tono a seconda della cosa che deve fare, per esempio chiamatelo con un nomignolo diverso dal suo nome, poiché sentendolo in continuazione potrebbe non rispondere più, ed evitate di richiamarlo con il verso del “bacio” come si fa di solito con i gatti estranei. Imparate a capire i suoi versi, la comunicazione infatti dipende anche da lui, spesso il gatto miagola per dirci delle cose, in quei momenti dovete parlargli per fargli capire che ha la vostra attenzione e siete in sintonia.

Insegnare gratificando:

il modo migliore per fare capire al gatto come comportarsi è quello di gratificarlo quando fa la cosa giusta, per esempio quando inizia a fare i bisognini nella lettiera ditegli sempre “bravo!”, così come quando prende la pallina che gli avete lanciato o acchiappa il topolino meccanico, è un elogio che gli da soddisfazione e quindi lo incoraggia a ripetere l’azione positiva. Se poi volete che ubbidisca per esempio a scendere dalla scrivania o da una mensola, gli dite con tono dolce di venire giù mentre lo prendete in braccio e lo accarezzate, mentre quando lo fa da solo gli dite che è bravo. Se poi dovete convincerlo ad andare da un’altra parte della casa allora attiratelo per esempio in cucina luogo dove lui sa di poter ricevere qualcosa di cui è goloso. La gentilezza è quindi l’arma con cui conquistare la fiducia dei gatti e riuscire a farsi ascoltare.

Impedire le azioni pericolose:

i gatti si spaventano molto facilmente, quindi si mettono subito sul chi va là se allertati di qualche pericolo, però bisogna stare attenti in questo caso a non farlo con grida o eccessi di ansia che potrebbero farlo reagire in modo pericoloso anche per il padrone. In modo pacato quindi gli dite “Attento, piano” magari ripetendolo più volte ed avvicinandovi per aiutarlo. Se invece sta facendo proprio qualcosa di pericoloso, come saltare vicino al fuoco acceso, basterà un “NO” con tono deciso per farlo scappare altrove.

Farsi le unghie che passione:

i gatti amano “farsi le unghie”, per loro è sia un modo per distendersi e rilassarsi che per marcare il territorio. Per questo è meglio se gli fornite dei tiragraffi, se ne trovano di diversi materiali e forme nei negozi per animali, e disporli nelle varie stanze. Ovviamente quando li usa dovrete elogiarlo mentre se cerca di farlo sul divano potete o coprirlo con un materiale resistente, oppure poggiargli un tiragraffi proprio sul divano in modo che lo usi, se insiste rischiando di rompervi il divano allora imponetevi con un “NO” e portatelo al tiragraffi più vicino accarezzandolo mentre lo fa.

Il gioco:

giocare con il gatto è molto importante per instaurare con lui un buon rapporto, prediligete dei giochi che implichino la sua agilità senza innervosirlo, sorridete ed utilizzate un linguaggio divertente in modo che lui lo riconosca, di tanto in tanto dategliela vinta e apprezzatelo se gioca senza graffiare.

Informazioni Sugli Autori:

Articolo realizzato dalla redazione
Informazioni sulla redazione

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy.