Maternità anticipata

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La maternità anticipata è una forma di tutela prevista per tutte le lavoratrci che si trovassero ad affrontare una gravidanza a rischio o le cui condizioni di lavoro potrebbero risultare nocive per la salute del nascituro. Ma vediamo esattamente di cosa si tratta.

Le donne in gravidanza sono protette della legge e per cinque mesi hanno il diritto, che in realtà è proprio un dovere, di astenersi da qualsiasi attività lavorativa. Questi cinque mesi generalmente si dividono in due mesi prima del parto e tre mesi dopo, ma non è una regola rigida ci sono anche dei casi in cui questo periodo diventa più elastico, come nel caso del parto prematuro, che affronteremo in seguito.

Cos’è la maternità anticipata:

La maternità anticipata è un’autorizzazione ad assentarsi dal lavoro in maniera appunto anticipata, ovvero prima del periodo di assenza obbligatoria.

Chi può ottenere la maternità anticipata:

Innanzitutto può essere richiesta da lavoratrici indipendenti o da libere professioniste, ma solo nel caso in cui siano iscritte alla Gestione separata. Le donne che invece svolgono un’attività autonoma non hanno l’obbligo di astensione al lavoro.

Secondo l’articolo 17 del decreto legislativo 151/2001 solo in questi casi è possibile ottenere la maternità anticipata :

Solo nei primi due casi, ovvero per cause legate alle condizioni fisiche della donna che le impediscono di svolgere qualsiasi attività lavorativa, le donne che hanno ottenuto la maternità anticipata possono continuare a percepire l’indennità economica di maternità, nel caso in cui sia cessato il rapporto di lavoro.

Negli altri due casi invece, se cessa il rapporto di lavoro, il rilascio dell’assegno viene revocato o viene modificata la sua durata.

Parto prematuro :

In questi casi il calcolo del congedo obbligatorio viene modificato da una sentenza della Corte Costituzionale. Se c’è stata un’effettiva assenza dal lavoro, la donna può comunque far durare il suo congedo cinque mesi, recuperando i giorni di assenza che, per parto prematuro, ha dovuto anticipare, in seguito al parto.

Cosa fare :

L’autorizzazione della maternità anticipata si ottiene attraverso l’invio di una domanda, di cui si può ritirare l’apposito modulo nell’Asl di zona, a cui va allegato il certificato medico che attesti le condizioni di rischio conformi alla legge e quello di gravidanza. Il certificato deve contenere necessariamente una serie di informazioni mediche come l’ ipotizzata data di nascita del futuro bambino, il giorno dell’ultima mestruazione e il nome della patologia, nel caso che la donna fosse ammalata, che deve essere ovviamente relativa alla gravidanza. La domanda può essere compilata dalla donna stessa oppure dal suo datore di lavoro, ma questa seconda ipotesi riguarda solo casi specifici. Questi documenti vanno spediti alla Direzione Provinciale del Lavoro competente sul territorio, che, una volta consultato il Servizio Sanitario Nazionale, potrà disporre le condizioni e la durata della necessaria astensione dal lavoro. Il certificato deve essere rilasciato, dopo e non oltre sette giorni dal giorno in cui si è presentata la domanda, da una struttura pubblica, che sia Asl, ospedale o consultorio, e anche nei casi di certificato effettuato da un medico privato o un ginecologo, deve essere comunque convalidato presso una struttura pubblica. Sarà rilasciato in duplice copia, poiché la seconda copia deve essere consegnata al datore di lavoro.

Se persistono problemi di salute, devono essere attestati attraverso un certificato medico che può astenere la donna dal lavoro fino ad un massimo di sette mesi dopo il parto, senza che ci siano riduzioni di stipendio.

Salario :

La maternità anticipata non compromette né l’anzianità di servizio né le ferie maturate. Inoltre durante questo periodo la lavoratrice viene retribuita totalmente.

Informazioni utili :

Recenti leggi hanno comunque esteso questo diritto, rendendo più elastico il periodo di tempo di astensione al lavoro, in maniera da poter decidere da sé se lavorare fino all’ottavo mese prima della nascita del bambino e restare a casa fino al quarto mese dopo il parto per seguire più da vicino vostro figlio nelle sue iniziali fasi di vita. Queste norme vi permettono quindi di avere la totale libertà di scegliere come e quando usufruire del congedo obbligatorio, in base alle proprie preferenze e alle condizioni di salute.

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